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Le origini della scienza politica

  • Immagine del redattore: Federico Allegra
    Federico Allegra
  • 29 mag 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

La scienza politica ha origini diverse in Europa rispetto agli Stai Uniti. Anche se gli studiosi della scuola elitista europea (Mosca, Pareto, Michels) sono considerai i padri della scienza contemporanea. Essa può svilupparsi solo in un contesto democratico. Alla crisi del processo di democratizzazione in Europa ha corrisposto il congelamento, per ceri versi regressivo, dell’evoluzione della scienza politica. Mentre negli Stai Uniti, proprio nel ventennio tra le due guerre, in corrispondenza con un passaggio significativo dell’evoluzione del sistema politico americano (il New Deal), la scienza politica comincia a irrobustire le sue radici. Il processo di espansione in Europa è favorito da una profonda e diretta influenza degli Stai Uniti.

Ostacoli per lo sviluppo della scienza politica in Italia: la forza dell’idealismo filosofico, il materialismo marxista-leninista, la tradizione giuridica, la ideologizzazione della vita politica postbellica, la cultura ani empirica delle élite politiche del paese, le resistenze accademiche rispetto a una nuova disciplina che potrebbe modificare gli equilibri corporativi.


Istituzionalizzazione della scienza politica italiana:

Nomina nel 1963 a professore ordinario di Giovanni Sartori (il padre della scienza politica italiana ottiene in quell’anno la cattedra di Sociologia, per poi passare a quella di Scienza Politica). Pubblicazione dei primi lavori empirici. L’apertura e il ruolo nei primi network internazionali della ricerca. Altri finanziamenti americani, nuovi centri di formazione e di ricerca. La decisione ministeriale di consentire alle Facoltà di Scienze politiche l’inserimento del corso di Scienza politica nel primo biennio

La scienza politica e le altre discipline: la costruzione di un’identità

Quattro sono le discipline che, preesistendo alla scienza politica, hanno rappresentato i punti di riferimento e di sida per la nuova disciplina: la filosofia politica, l’economia politica, il diritto pubblico e costituzionale e la sociologia.

Scienza politica e filosofia politica

Sia la filosofia sia la scienza politica focalizzano l’attenzione su una domanda costituiva del comportamento umano: com’è possibile l’ordine politico? La filosofia politica assume una prospettiva normativa, mentre la scienza politica aspira a spiegare il perché un ordine sociale prevale in un dato momento. Per i filosofi politici la realtà della politica viene confrontata e giudicata con un coerente sistema teorico mediante il quale viene valutato se ciò che è nella realtà si conforma al principio del dover essere; per gli scienziati politici invece la realtà è la fonte dei dai necessari a capire e spiegare perché e come un determinato fenomeno politico si è manifestato in uno specifico modo.


La scienza politica:

a) Deve verificare empiricamente le proprie affermazioni per validarle; b) Deve spiegare; c) Deve essere valutativa.

Scienza politica ed economia

L’economia si divide in microeconomia (che studia il comportamento individuale di chi consuma e chi produce e le loro interazioni) e la macroeconomia (che studia il comportamento economico di un sistema e gli interventi mediante i quali è possibile condizionare i comportamenti microeconomici proprio per cambiare le performance di sistema).

o Problema pratico (continuo sovrapporsi fattuale dell’oggetto della politica e dell’oggetto dell’economia); o Problema legato allo sviluppo teorico della scienza politica stessa e di alcuni filoni dell’analisi economica.

Scienza politica e scienza giuridica - Scienza politica e sociologia

Le discipline sono empiricamente orientate e condividono le stesse metodologie qualitative e quantitative di ricerca. Una si occupa della società e l’altra della politica e, quindi, le loro differenze stanno soprattutto nel modo di organizzare il rapporto tra variabili indipendenti e le variabili dipendenti.

Evoluzione e specializzazione della scienza politica: essa si origina da una comune matrice teorica che è quella del comportamentismo. Si tratta di un movimento epistemologico che spinge a focalizzare l’attenzione degli studiosi sul reale comportamento politico degli individui, senza prestare attenzione al potere e al ruolo delle istituzioni. L’epoca comportamentista produce anche un tentativo di teoria generale per l’analisi della politica, quella proprio di Easton, che propone il primo approccio teorico in cui lo Stato non è il centro motore della politica. Il declino del progetto eastoniano ha prodotto una significativa frammentazione; la scienza politica ha visto l’emergere e il coesistere di diversi paradigmi teorici.

Pluralismo teorico - la scienza politica si caratterizza per una pluralità di approcci teorici, cioè di modi con cui possiamo vedere le cose e interpretare i fenomeni (politici).

Pluralismo metodologico

L’approccio strutturalista designa tute le visioni che guardano a fattori strutturali, per lo più socioeconomici, per spiegare eventi e comportamenti politici;

L’approccio pluralista (che deriva dal comportamentismo) enfatizza la rilevanza delle azioni e delle interazioni tra gli attori nell’influenzare gli esiti del processo politico;

L’approccio neo-istituzionalista che focalizza l’attenzione sul ruolo che le istituzioni, variamente intese, giocano nel determinare i processi politici.

L’approccio neo-istituzionalista si divide al suo interno tra rational choice, storica e sociologica (istituzioni come convenzioni che vincolano il nostro operato);

L’approccio culturalista: che assume la cultura, i valori e le idee siano fondamentali determinai del comportamento politico.

A cosa serve: due finalità condivise

1) offrire ai cittadini e ai decisori una visione dei fenomeni politici, delle loro cause e dei loro potenziali effetti, de-ideologizzata ed empiricamente fondata.

2) educare alla democrazia “svelando” come davvero funziona la politica, facendone emergere vizi e problemi. Aiuta la democrazia a correggere i propri errori e a migliorarsi.

Obiettivi – sono oggetto di dibattito irresolubile poiché fondato su scelte epistemologiche tanto ineludibili quanto immodificabili; la scienza politica:

1. Debba spiegare in modo teoricamente convincente i fenomeni politici

2. Prescrivere le migliori soluzioni istituzionali, procedurali ed organizzative per ottenere una buona politica

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